Recensione: Paolo Naldi, Mostra Strange Human Law, di Roberto D’Angelo

Square

Le contraddizioni urbane, figure di uomini che ogni giorno partono da non-luoghi per recarsi in altri non-luoghi, la concentrazione forzata nelle periferie di gruppi eterogenei senza un progetto comune, la violenza che diventa il linguaggio e l’ossatura della convivenza, le diseguaglianze e le ingiustizie che dai mostri urbani si generano. È il contesto da cui nascono le opere e che corrisponde con l’oggetto delle opere stesse, in una nuova dimensione ontologica in cui l’immagine intesa come significante tende a sovrapporsi e a coincidere con l’oggetto significato. Sovrapposizione e coincidenza imposte con forza all’abitante del mondo dall’informatizzazione. In tale contesto fare arte implica la ricerca del senso dell’arte in una realtà simile, e assieme il problema del valore della categoria di bellezza nel mondo contemporaneo, o addirittura della sua stessa esistenza.

di  Roberto D’Angelo

Paolo Naldi, Strange Human Law, personale a cura di Massimo Sgroi, PAN | Palazzo delle Arti, Napoli, 2014

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